CELTISMO
Questo
territorio sembra rivitalizzarsi dopo la calata in Italia
delle prime popolazioni celtiche, avvenuta intorno al 388
a.C.. Se presso Asola e Medole sono state rinvenute ampie
necropoli, anche nell'ambito collinare non sono mancati i
ritrovamenti. Una necropoli di circa 12/14 tombe venne individuata
molto tempo fa in località, "Canne" e conteneva,
pare, corredi attribuibili alle fasi intermedie del celtismo
padano (III° sec. a.C.) e altre tre sepolture sono state
recentemente individuate in loc. "Galeazzo", sul
culmine di un colle che si affaccia sul bacino di Castellaro.
Una sola conteneva oggetti di corredo, tutti attribuibili
alla fase tarda, precisamente alla fine del II° secolo.
Tale corredo conteneva due coltellacci-spada, una grande fibula,
due coppe, una delle quali a vernice nera di produzione campana,
ed un vasetto con la classica decorazione celto-padana "ad
alveare".
Non stupisca la presenza di una coppa a vernice nera nel corredo
gallico. Si tratta di un manufatto molto elegante che sarà
stato sicuramente acquistato da uno dei tanti mercanti romani
che ormai frequentavano abitualmente questa zona.
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Cavriana
- Loc. "Galeazzo".
Corredo di sepoltura gallica con due coltelli-spada,
fibula a balestra, coppa a vernice nera di produzione
campana e vasellame comune.
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La
romanizzazione di questo territorio, prima che per le note disposizioni
augustee che lo inserì verosimilmente nel suo programma
di distribuzione agraria, avviene in modo molto più naturale,
con l'assimilazione cioè delle tecniche e di alcuni usi
e riti conosciuti ed apprezzati durante i contatti, non sempre
pacifici, con l'esercito romano e con i mercanti che lo seguivamo.
Non dimentichiamo anche che le popolazioni cenomani qui residenti
furono anche fedeli alleate di Roma e che in questo periodo
erano già state costruite le prime componenti delle grandi
ville di Desenzano e Simione.
Lo scambio era perciò anche reciproco in quanto i Galli
introdussero in Italia l'uso di alcuni strumenti agricoli, come
l'aratro a ruota o l'erpice.
Anche il culto di alcune divinità era comune, come per
esempio quello di Mercurio, come testimonia una piccola edicola
votiva riconosciuta in località. "Judes", presso
un piccolo laghetto, oggi prosciugato, che conservava accanto
alla raffigurazione del dio le offerte rappresentate da frammenti
di vasellame e da numerose monete dell'epoca imperiale; tra
questi oboli vi erano anche una moneta gallica e frammenti di
un vasetto ad alveare che testimoniano come questo luogo di
culto fosse già frequentato in epoca preromana. |