E'
difficile a Castellaro Lagusello separare ciò che è
opera della natura da quanto invece è stato costruito
dall'uomo.
L'antico abitato, alto al margine del laghetto, si specchia
nelle sue calme acque.
Un cordone quasi continuo di colline avvolge il tutto in un
cerchio irregolare. Dai loro fianchi, alimentati da numerose
risorgive, scendono i fossi che confluiscono nel laghetto.
Sui versanti più ripidi strette strisce di bosco sono
di tanto in tanto interrotte da prati aridi.
Lago, praterie igrofile, boschi e prati aridi costituiscono
una componente di notevole valore naturalistico.
Il lago è uno degli ultimi laghettiintramorenici esistenti
nell'area collinare.
Alla fine dell'ultima glaciazione infatti moltissimi laghetti
andarono a formarsi nelle conche e negli avvallamenti che
separavamo l'uno dall'altro i cordoni collinari formati dal
ghiacciaio benacense. Durante il lungo periodo, circa 20.000
anni, trascorso da allora, il naturale interramento ha lentamente
trasformato gran parte dei laghetti dapprima in zone paludose
ed infine in praterie igrofile.
Saliceti ed ontaneti si addensano ai bordi del lago.
Il numero delle specie vegetali presenti è invero piuttosto
limitato e l'ambiente, se confrontato con i boschi e i prati
naturali delle colline circostanti, può a prima vista
sembrare monotono.
Le rive sono segnate da una fitta cortina di canne palustri
tra le quali allungano le loro infiorescenze tozze le tife.
Nelle acque del lago vegetano la ninfea bianca e il nannufero.
Sulle rive e nei fossi fiorisce l'hottonia palustre, l'iris
giallo e il campanellino estivo.
Moltissime
sono le specie di animali che, direttamente o indirettamente,
trovano nel lago e nelle praterie umide che lo circondano
fonte illimitata di nutrimento, nonché rifugio e protezione.
Il loro numero è infatti fra i più alti in assoluto,
in rapporto agli ecosistemi esistenti in natura. Troviamo
lo svasso maggiore, folaghe e gallinelle, il martin pescatore
e il tarabusino, la cannaiola ed il canareccione, il cuculo,
il migliarino di palude e il pendolino con il suo caratteristico
nido, nitticore, garzette e aironi alla ricerca del cibo,nonché
il falco di palude.
Molto interessante risulta il bosco di salici e ontani a sud
del lago che, pur essendo di piccole dimensioni, è
ancora ben conservato; esso potrebbe ospitare in futuro una
piccola colonia di Ardeidi (Aironi) nidificanti, uccelli che
già ora frequentano la zona.
Mentre
i boschi vegetano sui versanti esposti a nord, su quelli esposti
a mezzogiorno, dove l'aridità del suolo è più
accentuata, troviamo alcuni prati aridi. Essi occupano aree
molto ridotte, cosi scoscese che è stato impossibile
metterle a coltura, ma la loro importanza, dal punto di vista
floristico o più genericamente naturalistico, è
notevole.
Il manto erboso è in prevalenza formato da graminacee.
Spiccano tra le erbe piccoli cespugli di ginestra spinosa,
di citiso peloso e di coronilla minima. Qua e là si
ergono fini cespugli di rosa selvatica o di roverella.
Caratterizzano questi ambienti alcune splendide fioriture
primaverili, ad esempio quelle precocissime della potentilla
primaverile o quelle, meno diffuse ma altrettanto belle, della
Globularia punctata e della Veronica prostrata.
Lo
stesso ontaneto, nei periodi di allagamento di fine inverno,
costituisce il sito riproduttivo di alcuni interessanti anfibi.
A sud-ovest di Castellaro una stretta striscia di boschi riveste
i versanti delle colline che guardano verso il laghetto.Questi
boschi, tutti di ridotta superficie, vegetano sui versanti
esposti a nord; per la loro forte pendenza e per la loro esposizione
poco favorevole alle coltivazioni, sono stati rispettati dall'uomo.
L'albero che più di ogni altro dà la sua impronta
a questi boschi è la roverella, la più frugale
tra le querce nostrane.
E'
un albero di piccole dimensioni e talora rimane allo stato
arbustivo.
L'accompagnano spesso il cerro e il carpino nero. Nei suoli
più freschi il cerro sostituisce quasi interamente
la roverella.
Completano il manto arboreo l'orniello, l'olmo e l'acero campestre.
Tra
gli arbusti che popolano il sottobosco troviamo il biancospino,
il ciliegio canino, il nocciolo, il ligustro, lo scotano,
l'emero, il ginepro e il nespolo.
Sempre presenti sono il pungitopo, l'edera e la vitalba.
Lo strato erbaceo è formato da un numero di specie
piuttosto basso, ma molte di queste assumono un interesse
sia per la loro rarità, relativamente ai nostri ambienti,
sia per la loro bellezza.
Basta ricordare il giglio rosso, l'iris graminea e l'orchidea
purpurea.
Il
bosco è certamente uno degli ambienti in cui gli animali
sono più difficilmente osservabili.
La vita che si svolge nascostamente fra le sue alte fronde,
fra gli arbusti del sottobosco, fra le erbe del suolo, nella
lettiera di foglie morte, sul fondo o nei cunicoli sotterranei
è tuttavia intensissima.
In
primavera i canti territoriali degli uccelli, gli animali
che più si manifestano, ci danno efficacemente un'idea
di questa vitalità: dovunque sentiremo cantare Merli,
Usignoli, Capinere, Fringuelli e, qua e là, anche il
più raro Pettirosso, il piccolissimo Scricciolo o il
Rigogolo, dal bellissimo colore dorato, ma sempre nascosto
tra le alte fronde;
fra di esse sentiremo il tubare del Colombaccio, abbondante
in questi boschi, e della Tortora, o il verso rauco della
Ghiandaia; ai margini del bosco risuonerà il canto
monotono del Luì piccolo o quello più melodioso
del Canapino e, dove la copertura è più fitta
e il sottobosco più denso, sentiremo il verso acuto
e insistente del Codibugnolo.
Le
fioriture più importanti sono tuttavia altre: la splendida
Pulsatilla montana, che fiorisce in aprile ai margini assolati
dei boschi, e il giglio caprino che, all'inizio di maggio,
invade i prati aridi. Più tardi fiorisce l'orchidea
piramidale.Più rare sono l'orchidea fior di ragno e
l'orchidea a fiore d'ape.
La
Riserva Naturale, di 138 ettari, è gestita dal Parco
del Mincio ed è interamente privata. Nel 1996 la Riserva
ha avuto un importante riconoscimento dalla C.E.E. con il
finanziamento di un progetto Life-Natura che prevede la tutela
dell'area umida attorno al laghetto, cosicché lo specchio
d'acqua, a seguito di una convenzione con i proprietari, diventerà
fruibile per i turisti anche se in modo "regolato".
Il progetto prevede inoltre l'ampliamento del bosco di ontani
a sud del lago e la creazione di tre sentieri segnala.
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